As I headed to New York City I wondered how to photograph such an over-exposed place. I ended up using a cheap automatic compact camera, shooting without looking through the viewfinder, just pointing my arm with no programmed framing. Some of the photos were shot backward behind my shoulders (and they came out upside down), others with automatic flash light on, others blurred and so on. I wanted to shake free from all the images of the city seen before and at the same time find out if it was true that everything there was already fixed like myth in our imagination. Eventually I printed the negatives using a standard exposure for every frame without checking whether it was correctly exposed or not and this is what came out.
Una volta arrivato a New York ragionai a lungo sul tipo di approccio in un ambiente così sovraesposto alla rappresentazione per immagini.
Finii con utilizzare una piccola compatta economica a rullino e scattai tre rulli senza inquadrare, semplicemente puntandola in direzione di “qualcosa” senza preoccuparmi dell’esposizione né dell’inquadratura.
Alcune immagini sono scattate alle spalle, per cui risultano sottosopra nel rullino.
Altre con la luce del flash automatico, altre mosse e così via.
Volevo che fossero totalmente libere dall’influenza che le fotografie su New York che avevo visto fino a quel momento avevano su di me, più o meno consciamente.
Al tempo stesso però mi interessava indagare su quanto fosse iconica l’immagine restituita dalla città, a prescindere dalla messa in scena dell inquadratura.
Tornato in Italia stampai tutti i negativi utilizzando un’esposizione standard quindi senza correggere i frequenti “errori” che una macchina compatta può registrare.
Stampai tutto il fotogramma, senza tagli.
Avevo bisogno di aria fresca e di scombinare tutte quelle abitudini maturate nel corso degli anni. Poi, dopo questo lavoro, tornai a fotografare.
19x22,5 cm
48 pages - 37 b/w photographs
design Matteo Vandelli
15 €